Sorrisi e stupore al Museo di Arte Sacra di Camaiore

Siete mai stati al Museo di Arte Sacra di Camaiore? Lo so, Camaiore non è esattamente il centro del mondo e l’arte sacra raramente risulta accattivante a una considerazione superficiale, ma vi assicuro che Camaiore è un centro veramente grazioso, dove si respira un’aria verace e genuina e allo stesso tempo si percepisce una cura e un’attenzione al borgo non così comuni.

Camaiore - Piazza San Bernardino con la fontana

Camaiore – Piazza San Bernardino con la fontana

Per raccontarvi il Museo credo valga la pena chiedere aiuto alla classe seconda della scuola elementare di Pieve, che ieri mattina mi aspettava per Giochiamo con colori e forme al Museo di Arte Sacra, un percorso pensato tre anni fa e purtroppo mai sperimentato (se non nella felicissima versione in classe all’asilo di Santa Lucia l’anno scorso). A dir la verità sono stata io ad aspettare la classe, perché prima di iniziare è necessario spargere tracce e indizi per tutto il museo, cosa che non è sfuggita a Graziano, il custode della confraternita del Santissimo Sacramento (a Camaiore esistono ancora le confraternite!), che apre il museo in queste occasioni: ho notato un sorriso incuriosito!

Il polittico di Francesco di Andrea d'Anguilla

Il polittico di Francesco di Andrea d’Anguilla

E così, ancora una volta debitrice di spunti, metodo e idee verso i cari maestri di Pistrice, mi preparo ad accogliere i 21 pimpanti ragazzini che scendono dallo scuolabus con un pizzico di emozione e tanta curiosità. Vederli seduti composti sugli scranni della sala delle adunanze della confraternita mi fa un po’ sorridere, ma loro sono tutti seri e composti e non voglio rompere la sacralità del momento, così li introduco alla visita con qualche frase di rito e le immancabili raccomandazioni, quasi superflue visto che qualcuno mi informa “In un museo non si può spaccare nulla!”. Sono ben informati.

Gli strumenti del mestiere: le palette con i colori primari!

Gli strumenti del mestiere: le palette con i colori primari!

Scopriamo che a condurci saranno i colori dell’arcobaleno e un sedicente bambino che ci indica la strada da percorrere, lasciandoci indizi senza ancora mostrarsi: chi sarà mai? Intanto iniziamo il nostro percorso e ci imbattiamo in un abbagliante polittico, abbagliante perché rivestito di un fondo oro che ci lascia stupefatti e che osserviamo comodamente seduti a terra. Ci sono un sacco di cose da raccontare, ma ne scelgo solo alcune per non travolgere il mio pubblico attento e fiducioso con eccessive chiacchiere e anzi, lascio che ognuno di loro si senta gradualmente coinvolto; in questo modo riusciamo a scoprire come si fabbricavano i colori a tempera, come si doravano le tavole dei polittici, prendiamo confidenza con qualche santo e troviamo San Giovanni Battista ad aspettarci nella pala di Vincenzo Frediani.

Particolare della pala di Vincenzo Frediani

Particolare della pala di Vincenzo Frediani

Ed è proprio davanti a lui e al mantello verde di Sant’Andrea che scopriamo i prodigi dei colori, complici la chiara luce di un giorno splendente e tre strategiche palette colorate che mi fanno sentire più geniale di un mago! Del resto Rebecca, l’esperta dei colori, conduce i compagni con pazienza e un pizzico di timidezza attraverso le piccole scoperte, fino alla veste azzurra della bellissima Vergine annunciata di Matteo Civitali, che ci lascia letteralmente senza parole.

Particolare della Vergine annunziata di Matteo Civitali

Particolare della Vergine annunziata di Matteo Civitali

Ma è giunto il momento di scoprire chi ci ha condotti in questa visita! E ricomponendo il nostro arcobaleno, torniamo sui nostri passi fino a giungere di fronte al dipinto che ha innegabilmente ottenuto il maggior numero di consensi: un bel Matrimonio mistico di Santa Caterina di Isabella Fiorentini, dove un piccolo suonatore di liuto ci aspetta, testimone inconsapevole di un matrimonio alle sue spalle. Sarò riuscita a raccontare come sarà mai possibile che la bella Caterina sposi Gesù Bambino?

Il matrimonio mistico di Santa Caterina di Isabella Fiorentini

Il matrimonio mistico di Santa Caterina di Isabella Fiorentini

Lo confesso: raccontare storie a una platea sospesa e stupita che spalanca occhi e bocca per sentirmi meglio oppure insegnare termini nuovi da ripetere in coro e mostrare le magie dei colori sono tra le soddisfazioni più grandi che riesco a provare in queste occasioni. E non ridere d’istinto di fronte ad alcune buffissime esternazioni, anzi rispondere con accortezza e partecipazione, è una delle recenti conquiste, che i miei giovani interlocutori sembrano gradire particolarmente.

Particolare dell'arazzo fiammingo datato 1516

Particolare dell’arazzo fiammingo datato 1516

Tale è l’entusiasmo che il tempo vola, ma ancora ne abbiamo a disposizione e possiamo concentrare l’attenzione a richiesta su altre meraviglie, tra cui il monumentale arazzo fiammingo, che ci divertiamo a decifrare quasi fosse un fumetto. Ma il momento dei saluti arriva: i bambini firmano soddisfatti il grande registro delle presenze, le maestre mi ringraziano colpite dall’esperienza inaspettata, io torno a casa leggera e piena, straripante di felicità per la gioia che l’alchimia tra un museo e una classe di bambini può regalare. Potrebbe essere così ogni giorno?

Le foto sono di Matteo Bimonte (tranne le palettine!) www.flickr.com/photos/ganimede1984

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